Genius Loci. Arte Luoghi Sinfonie 1 agosto, ore 21 – 7 wonders

Il secondo appuntamento della rassegna “Genius Loci. Arte Luoghi Sinfonie”, organizzata e promossa dal Settore Cultura, Istruzione e Politiche Giovanili del Comune di Pavia per l’estate 2019 nella splendida cornice del palazzo storico del Broletto, è in programma per giovedì 1 agosto alle ore 21.00.

7 wonders di Davide Bussoleni
Davide Bussoleni, percussioni
Stefania Tansini, danza

Davide Bussoleni inizia all’età di 5 anni a ricevere le sue prime lezioni dal padre batterista. Prosegue i suoi studi presso Siena Jazz Seminari Estivi, Berklee School Music in Umbria Jazz, Accademia del Suono Milano, Conservatorium Van Amsterdam, Conservatorio Lucio Campiani Mantova e successivamente al Conservatorio Giuseppe Nicolini Piacenza. Nel 2013 va a New York per approfondire gli studi con il M° Tom Rainey. Partecipa ai seminari di Dave Weckl, Brian Blade, Jeff Ballard, Mark Guiliana, Albert Tootie Heat, Mickey Roker, Roberto Gatto, Danilo Perez, John Patitucci, Mike Quinn, Stefano Bagnoli, Giancarlo Dossena, Enzo Rocco, Mauro Beggio, Bebo Ferra, Paolino Dalla Porta, Andrea Dulbecco, Riccardo Fioravanti, Enrico Rava, Umberto Petrin, Achille Succi, Gianluigi Trovesi. Con il gruppo 3AlBot Jazz Quartet coltiva svariate esperienze in Italia, Belgio, Olanda, New York fino alla realizzazione del primo disco intitolato A Dog’s Life. È Finalista e vincitore di diversi concorsi: Chicco Bettinardi, Jazz By The Pool, Conad Jazz Contest, European jazz Contest. Con diverse formazioni si esibisce al Nuoro Jazz Festival, Piacenza Jazz Festival, Umbria Jazz, San Leo Music Fest, Casa del Jazz Roma, International Jazz Day Bergamo, Modena Jazz Festival, Castelfranco Summer Jazz Festival, Novara Jazz Fest, Crema Jazz Art, Alba Jazz. Attualmente collabora in diverse formazioni come Angiolo Tarocchi Jazz Orchestra Milano, Francesco Orio Trio (Etichetta NAU Records), Marco Pieri Trio, 3AlBot Jazz Quartet, Time Windows Trio leader Andrea Ferrari, Squeaking Farm leader Enzo Rocco. Nella primavera del 2018 si esibisce in prestigiosi Jazz club del Nord Europa in occasione della presentazione del cd “White” realizzato in duo con il chitarrista Andrea Rubini. La sua spiccata personalità lo porta – ancora giovane allievo – a sviluppare dei progetti in solo, fino ad arrivare a 7 wonders, quello che presenterà giovedì 1 agosto al Broletto. Con 7 wonders – spiega Bussoleni – ho cercato di raccontare attraverso il linguaggio musicale, e ricorrendo a diversi tipi di percussioni, le meraviglie del nostro pianeta, rifacendomi anche ai suoni della natura. 

A dare “forma” e “anatomia” a questo viaggio fatto di suoni, sarà la danza di Stefania Tansini. Giovane danzatrice diplomata alla Paolo Grassi, ha lavorato con i principali coreografi italiani come Simona Bertozzi, Ariella Vidach, Romeo Castellucci.

In occasione del concerto sarà possibile visitare – all’interno dello Spazio Arti Contemporanee del Broletto – la mostra di Stefano di Giusto che continuerà fino al 10 settembre. 

La mostra

«Col titolo Genius loci si è voluto sottolineare il rapporto fra tradizione e modernità, dove il nuovo si somma all’antico e da questa sovrapposizione, da questo intreccio – osmosi nel tempo di ingegno, memoria ed invenzione – si forgia la cultura. Di questa relazione cardine il patrimonio artistico e monumentale del nostro paese, frutto di secolari stratificazioni, rappresenta l’esempio più emblematico ed in tal senso le sculture contemporanee esposte in questa mostra si pongono in stretto dialogo e confronto con la Storia dell’arte nel segno della continuità del processo creativo dell’uomo nel tempo, che non conosce sosta né prevede interruzioni. Il legame con la tradizione Stefano Di Giusto lo evoca costantemente, dai richiami alla classicità antica e rinascimentale, con una sequela di statue e busti, copie miniaturizzate di una sua privata gipsoteca ideale, sino alle rimembranze di cultura artistica moderna, novecentista, come nell’uomo ripiegato nel suo Stato d’agitazione di wildtiana memoria. Ma l’elemento personale, originale, l’artista lo esprime con i suoi visi in vaso; sembra uno scioglilingua invece è la sorte che tocca ai volti di Stefano Di Giusto piantati in cocci, quasi la natura si prendesse vendetta del genere umano che l’ha brutalizzata sin da quando è apparso sulla terra. Volti silenti, rassegnati, prigionieri della propria ignavia rispetto all’immensità del creato, di cui l’uomo ignora l’armonia. Oppure volti deformati in un urlo esasperato di protesta, di lamento, di rabbia, di disperazione. Urli esagerati, grotteschi, a sottolineare il paradosso della condizione umana.»

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